Storia dell'Istituto

 a cura di Leonardo Farinelli

Venne fondata nel 1860 da Luigi Carlo Farini allo scopo di patrocinare la promozione di studi sulla storia degli stati parmensi precedenti l'Unità d'Italia (Parma, Piacenza e Pontremoli), nel solco della prima Deputazione fondata nel 1833 a Torino.
 
La Deputazione promuove iniziative volte alla ricerca e alla pubblicazione di documenti di rilevanza storica degli Stati parmensi. 
Pubblica annualmente l'Archivio Storico per le Province Parmensi (ASPP) e, secondo quanto previsto dallo statuto, il periodico riporta il risultato degli studi promossi dalla Deputazione. 
 L'istituzione dispone di una biblioteca che ospita volumi relativi all'ambito di studio della Deputazione, con una predominanza di quelli che si occupano della storia delle Province Parmensi fino al XIX secolo.

Il Governatore delle regie Province dell’Emilia, Carlo Luigi Farini, con Decreto del 10 febbraio 1860 (1) istituiva le tre Deputazioni di storia patria per le Province delle Romagne, con sede a Bologna, delle Province modenesi, con sede a Modena e delle Province parmensi, con sede a Parma, allo scopo di:

a) procurarsi esatta contezza de’ luoghi in cui esistono le raccolte di antichi documenti;  
b) disporre queste raccolte in luoghi convenienti, classificandole in modo da poter essere consultate e studiate;  
c) scegliere tra questi documenti quelli più importanti, studiarli e darli alle stampe;  
d) raccogliere le tradizioni, le leggende e le superstizioni “ancor vive nelle Classi meno colte di queste Provincie”;  
e) raccogliere inoltre ed ordinare, a forma di Dizionari i vocaboli dei dialetti principali dell’Emilia. (art. 2 Decr. CLF).

Esse dipendevano direttamente dal Ministero della Pubblica istruzione e ciascuna riceveva annualmente un  contributo.  
 
Mentre le Deputazioni delle altre città emiliane erano istituite ex-novo, quella di Parma  partiva con alle spalle l’esperienza della Società storica parmense, nata nel 1854, grazie a un gruppo di studiosi di Parma e Piacenza (2) per promuovere le ricerche negli archivi e nelle biblioteche e la pubblicazione sistematica, con metodi scientifici, dei più significativi documenti medievali pertinenti agli Stati parmensi (Monumenta). 
 
Il rigore scientifico e la mole delle pubblicazioni, infatti, il prestigio dei membri della Società storica parmense, e certamente l’opportunismo politico inducevano il Governatore delle regie Province dell’Emilia:  

1) a nulla mutare nell’ordinamento della Società storica parmense;  
2) a denominarla Deputazione,  
3) a conferirle la dignità di un’istituzione regia,  
4) ad assegnarle una dotazione annua,
5) ad aggiungere ai vecchi soci due nuovi: Jacopo Sanvitale e Filippo Linati. 

Con Regio decreto del 6 luglio 1862, il Governo dell’Italia unita, poi, completando l’opera del Farini, forniva lo Statuto alle tre Deputazioni emiliane.  
Lo Statuto, oltre a individuare gli scopi, dettare i principi organizzativi, indicare le funzioni e i diritti e i doveri dei soci, prevedeva tre tipi di adunanze: 

- speciale per ciascuna Deputazione; 
- generale delle Deputazioni dell’Emilia;
- una solenne annuale a Deputazioni riunite alternativamente a Bologna, Parma, Modena ed anche in alcune delle città secondarie, ove ne sia manifesta la convenienza [Titolo VIII Statuto].
Inoltre due tipi di pubblicazioni: i monumenti storici (3) e un volume almeno per anno degli atti complessivi delle tre Deputazioni (4).
Strettamente collegata alla consorella modenese, nel 1890 la Deputazione di storia patria per le province parmensi e piacentine si rendeva autonoma. L’autonomia portava con sé nel 1892 la nascita dell’Archivio storico, quel volume annuo previsto dallo Statuto del 1862 (artt. 38, 39, 40).
Fino a questa data, le letture e le comunicazioni, i verbali delle sedute del Consiglio direttivo della Deputazione parmense erano pubblicati negli Atti e memorie di storia patria per le province modenesi e parmensi (1860-1876; 1883-1890) e per le province dell’Emilia (1877-1882). 

Angelo Pezzana, Jacopo Sanvitale, Luigi Sanvitale, Filippo Linati sono i personaggi, illustri nelle lettere e nella politica, che guidarono la Deputazione dal 1860 al 1895, anno in cui la presidenza era assunta da Giovanni Mariotti, che la tenne fino alla morte, avvenuta nel 1935. 
Da questa data e fino alla caduta del Fascismo, la Deputazione perdeva la sua autonomia diventando sezione della Deputazione di storia patria dell’Emilia e Romagna.  
Grazie poi all’interessamento dell’on. Giuseppe Micheli, il sodalizio recuperò la sua autonomia.

NOTE 
(1) Il testo dello Statuto si può consultare in Atti e Memorie ... da completare la citazione]
(2) Angelo Pezzana, presidente, Amadio Ronchino Antonio Bertani, Luigi Barbieri, Enrico Scartabelli Zunti, Emilio Bicchieri, Bernardo Pallastrelli e Giuseppe Bonora
(3) art. 38 : Ciascun volume sarà preceduto da una prefazione che ne riveli l’importanza, e fornito di indici copiosi: Con sobrie annotazioni richieste dalla materia verranno chiariti quei punti che non ricevessero bastante luce dal contesto o da una bene intesa ed acconcia distribuzione di essi documenti, per Parma Monumenta. 
(4) Il volume degli atti si comporrà del rendiconto annuo delle Sessioni, il quale comprenderà un sunto dei processi verbali delle adunanze, dei rapporti del Consiglio direttivo o delle speciali Commissioni, delle letture e comunicazioni dei membri e soci, e del carteggio in quanto torni a decoro e vantaggio dell’istituzione.